Avignon, 5 febraio 1516

Francesco Vettori a Lorenzo de’ Medici

Vedendo che il Re di Francia soprastava a venire a Lyon, per non potere essere ripreso, ne sono venuto in corte, e ho trovato che ci sono nuove della morte di Sua Maestà il Re di Spagna, e dicono avere mandate le lettere del nunzio che è qua al Papa. E il Re di Francia dice che gli ha scritto una lettera di mano propria; e si vede che vorrebbe fare la impresa del regno di Napoli subito, come più largamente vostra magnificenza potrà intendere per le lettere di Tricarico, col quale Sua Maestà ha parlato a lungo; perchè io, non avendo che trattare, ho solamente fatto riverenza a quella.

   Ho bene parlato al gran mastro, e dettogli che tutta la fede di vostra signoria è in lui, e che a quella basterà essere accennato quello abbi a fare, e lo eseguirà. Hammi risposto che non hanno che resoluto cosa alcuna; e, che quando sarà tempo mi parlerà, perchè io possi scrivere a vostra signoria. Io andrò del continuo seguitando la corte, e aspetterò che mi dichino quello voglino.

   Il Re di Francia ha detto oggi : «Questa è una gran nuova, se noi la sapremo usare.» E afferma avere bene sei cento mila scudi da spendere per la impresa di Napoli; ma questo non so come si possa credere, perchè, quando io mi partì de Lyon, quelli mercanti, che, come ho scritto altra volta, hanno avere da’ generali di denari prestati scudi dugento mila, dicevano che non sarebbono pagati in su questa fiera, come era suto loro promesso; che mi pare segno che non si trovino denari. È vero che qualcuno dice che Madama ha circa trecento mila scudi che radunò di certo ufficio vendè; quali donò al Re di Francia nel principio prese il regno. Ma, benché lui abbi grande volontà di fare la impresa di Napoli, insino che il Papa non gli risponde, non si risolverà al modo della....... o a denari per farla; ma, se Sua Santità gli acconsente, non gli porrà avere difficultà alcuna e... faccendo presto: perchè giudica che lo Arciduca ara che pensare a condursi in Castiglia, e fermare bene quello regno. Stima ancora che possa avere qualche controversia in Aragona, Sicilia, Sardegna, Majorica e Minorica, perchè il Re di Spagna aveva uno fratello, chiamato l’Infante Ferrando, al quale ricadono questi regni; e, se bene lui ne ara per testamento disposto benissimo, a’ popoli porrà difficile comportare uno Castigliano per Re. Il Re d’Inghilterra ha che fare con Scozzia, e non è in tempo per fare la provvisione per impedirgli la impresa.

   Li Svizzeri sono d’accordo con lui, se non tutti, la maggior parte. Contro allo Imperadore sono li Veneziani, e lui è per fare ogni sforzo riabbino Brescia, non tanto per osservare loro fede, quanto per il bene suo, che si vorebbe discostare dall’Imperadore; e, quando avessino Brescia o Verona, anderebbono più adagio, e là lascierebbe disputare tra loro. Se il Papa gli presta favore, a loro non pare avere alcuno dubbio nella impresa ................................... avessi provvisto a trenta cinque mila scudi per la taglia. Vedeva che il vescovo Colonna, che è qua per liberarlo, starà ancora dubbio; ma, poichè s’intese questa morte, ha parlato con il Re di Francia e col gran mastro, e domattina si parte in poste per condurre el signore Prospero a Lyon, perchè possa parlare al Re di Francia.

   Il Papa è prudentissimo, e esaminerà molto bene questa materia che importa assai; perchè, se a Sua Maestà il Re di Francia riescie pigliare il regno, che resta tra Milano e quello pare sia a discrezione; se si mette alle mani con uno Arciduca, che sarà uno gran principe, arà Sua Maestà bisogno di aiuto per potere mantenere quello stato e li altri, e nascerà tra loro tale inimicizia, che non si dovrà posare d’uno tempo. Oltre a questo, l’Arciduca ha uno bello stato in Fiandra; arà quelli altri regni che erono del Cattolico; sarà Imperadore; se avessi ancora Napoli, credo sarebbe da temere grandemente e fare più che il Re di Francia. Giudicherei bene che, se fussi possibile, non sarebbe da volervi nè l’uno nè l’altro; ma non so esaminare il modo che riuscissi. Nè per queste mi occorre altro che dire, se non raccomandarmi a vostra illustrissima signoria.