Roma, 29 febbraio 1516

Episcopo Tricaricensi. Nomine Cardinalis de Medicis.

« .... Lo animo et desiderio di N. S. è quel medesimo che per altre si è scripto di satisfar quanto li sia possibile a quella Maestà, et maxime in questa impresa ec. Ma li dubii et li respecti non sono già diminuiti, perchè la fama degli aparati de lo Imperatore et de la venuta sua in Italia con gran numero di Svizeri ogni dì crescie, et non solo vengono tali advisi da nomini de la Cesarea Maestà, ma da Nuntii del Papa et da altri amici nostri; et quando fussino veri come loro li propongono, meriterieno gran consideratione et remedi opportuni et presti. Et benchè N. S. reputi prudentissima et vigilantissima la Maestà del Re, nondimeno, perchè mettere mano in una impresa come quella che si ragiona, et ne’tempi che noi siamo, potria porre in periculo non solo le cose di Sua Maestà, sed etiam quelle di Sancta Chiesa; amorevolmente et fìdelmente, di nuovo, ricorda ad pensarla bene. Non può già se non giovare fare le provisioni grosse, secondo che voi scrivete; perchè se altri li vorrà dare fastidio et fare novità in Lombardia, si potrà honorevolmente difendere. Et se pure questi movimenti di Cesare non haranno fondamento da poter nuocerò, et Inghilterra et il nuovo Re di Castiglia non sieno per impedire, si potrà securamente attendere a la impresa; et N. S. non mancherà dal canto suo (et così tiene per certo non habbi ad essere mancato a Sua Santità) di quanto ragionorono insieme a Bologna, et ci sarà tempo ad farne le scripture et le chiareze: benchè la fede loro reciproca ha ad essere el fondamento di questa coniunctione — Circa a le cose del Duca di Ferrara, potrete respondere al Cristianissimo che N. S. le governerà in modo et in tempo, che Sua Maestà resterà satisfacta, come desidera che resti di qualunque altra cosa che li sia grata, et che Sua Santità possi compiacerli.... ».