Roma, 14 marzo 1516

Episcopo Tricaricensi. Nomine Cardinalis de Medicis.

Le cose de lo Imperatore procedono molto gagliarde, et a’VI entrò in Trento, come crediamo che il Cristianissimo, per la via di Milano, ne sia benissimo advisato. Noi siamo in tanta amaritudine quanto dire si possi, per havere hiersera hauto adviso da Firenze che il signore Duca di Nemors, quale reputavamo in porto securo, era peggiorato in modo che haveano poca speranza. Dio, per sua grazia, ce lo restituisca sano; et seguendo caso alcuno, ci presti patientia. Et fra li altri che farieno perdita, la Cristianissima Maestà perderebbe così fedele et prompto servitore come habbi non tanto in Italia ma ne la Corte sua. Questo accidente fa anchora che non possiamo scrivervi più lungamente.

Per lettere da Trento, de’ VI, da persona degna di fede intendiamo che messer Ruberto et messer Ricciardo, oratori Anglici, usano dire che il loro Re non mancherà a lo Imperatore di darli danari per la impresa, et che presto si udirà cose grandi, accennando la passata di quella Maestà a’danni del Cristianissimo; et mostrono che Cesare, Inghilterra et il Principe sieno una cosa medesima. Referiscono anchora decte lectere come di già era passato XII mila Svizeri, et fra dui o tre giorni ne passeranno IIII mila; et che sono belle genti, tucti giovani da’ 18 a li 30 anni; et che vengono con animo grande contro a Franza; et che lo Imperatore disegna andare a ferire el core a Milano; et che ha 80 bocche di artiglierie grosse et gran numero de la minuta. Tucto vi scriviamo per informatione et riscontro de li advisi che ha il Cristianissimo.