Roma, 1 aprile 1516

Episcopo Tricaricensi. Nomine Cardinalis de Medicis.

Noi habbiamo qualche adviso (ma non per cosa certa) che a Milano sono arivati VIII mila Svizeri in favore del Cristianissimo, et che ne veniva de li altgri, et che lo Imperatore si era un poco ritirato. Et se questo fussi vero, N.S. non potria havere la miglior nuova, et non macherebbe di pagare li II mila, secondo la offerta e promessa sua; et se le cose franceze pigliassino un poco di spirito, si scoprirebbe in tucto a benefitio di quella Maestà. Ma visto che e Todeschi sansa intoppo alcuno haveano passato tucti e fiumi, et condoctisi in un tracto a le mura di Milano, se ne faceva di qua quel iuditio che la S.V. può stimare; et non haria voluto Sua Santità, non potendo soccorrere el Cristianissimo, essersi scoperto invano, et ruinare le cose de la Chiesa, le quali sappiamo in quanta devotione sono apresso del Cristianissimo. Et nondimeno si è mandato a Bologna et a Modona 400 lance, et facto intendere che sono lì in favore del Cristianissimo. Et trovandosi in pericula la città di Parma, vi si mandò meser Giovanni da Poppi, secretario del signor Magnifico Lorenzo, ad confortare quella Comunità et offerire loro adiuto in publico per conservarla al Cristianissimo, come el Governatore doverrà haverne scripto a Sua Maestà. Non si può havere le nuove certe da Milano perchè tucte le strade sono rotte, et el paese di Lombardia è in arme et in confusione grandissima; et però non vi diremo altro. Assicurare pure il Re del bono animo di N.S., come per altre vi si è scripto, et che di quello non dubiti punto. Se il Cristianissimo fa difficultà di lassare ponere el iubileo, lassate andare la cosa; perchè invero a N.S. non pare anche il tempo molto conforme. Crediamo, per essere questa provincia di Sancta Maria in Portico, che da lui ne sia stato scripto; et così noi ne habiamo advisato Sua Signoria reverendissima per haverne notitia.