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Roma,
10 aprile 1516
Episcopo Tricaricensi. Nomine Cardinalis de Medicis.
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N. S. mandò a li giorni passati a Firenze messer Luigi de'Rossi
ad visitare et confortare Madama et ad fermare le cose de la dote sua;
et in lei si trova somma bontà, ma in quelli sui che la governano
si vede che pensano usare qualche termine un poco strano et alieno da
lo amore che N. S. li porta. Perchè, come la S. V. forse ha inteso,
la bon. mem. del Duca, quando si fece questo parentado, la dotò
in C mila ducati, da pagarsi in quattro anni, et ne decte cautione messer
Iacopo Salviati, con la promessa del banco suo costì; et questi
C mila ducati, venendo el caso, come adpuntoè venuto, che lei se
li guadagnassi (et di già se ne è sborsato la prima paga,
et rinvestiti secundo el contracto); et questi altri a'tempi si pagheranno,
nonostante la difficultà grande che ci sia di provederli, et maxime
per le cose che vanno attorno. Et a N. S., havendo facto la perdita d’un
tale fratello, si adiunge el dispiacere d’havere ad pagare questa
grossa somma, et di più infiniti debiti che ha lassato la bon.
mem. del Duca, come Madama ha bene notitia; perchè la andata sua
a Turino, essendo liberalissinio come era, li costò un thesoro;
et così la spesa de le sue genti d’arme et gentilhomini.
In modo che al Papa resta una soma insupportabile, non havendo la prefata
bon. mem. lassato, perchè non havea, nè benestabili nè
danari. Et perchè a le mani di Madama sono pervenute molte gioie,
argenti et altre robe di prezo, parte date a Sua Excellentia ad instantia
del Duca et come sua consorte, parte di quelle proprie di epso Duca, che
ascendono a la somma di 60 mila ducati o più; N. S. havea disegnato
lassarli tucte queste cose, con mettere solamente in conto 25 mila ducati
de la seconda paga de la dote che corre adesso, et sempre conservare non
solo lo amore di cognata ma di figliuola, et beneficarla sempre che achadessi,
et maxime per amore del Cristianissimo. Pare hora che la Excellentia Sua
replichi due cose in contrario, consigliata da questi sui ministri: la
prima, che il Signore a Turino li fece certo obligo di darli X mila ducati
l’anno di provisione mentre che lei vivesse; l’altra, che
pretendeva tucte le predecte cose che l’ha in mano, così
quelle che epsa usava, come le altre del Duca, fussino sue. Di che N.
S. si maraviglia. Et di quella obligatione de’ X mila ducati non
se ne è mai inteso cosa alcuna, se non a lo estremo de la morte
del Duca; et fu facta occultamente; et quanto intendiamo hora, fu decto
al Duca che tale cosa facevano per reputatone et honore di Madama. Et
che sapevano bene che Sua Signoria non havea stato nè benestabili
da potere fare tale obligo; et se lui fosse vixuto, N. S. haria pro visto
in modo che haria potuto darli decta provisione, come si è facto
sino a qui. Ma havendo lassato gran debito, N. S. non intende onde questa
provisione possi uscire, portandosene lei C mila ducati, come di sopra
è decto; et così le cose che Sua Excellentia ha in mano,
son sute tucte date in facto a la bon. mem. Sua, prima obligate a chi
ha promesso questa dote che ad altri. Et quello che una donna constituta
in matrimonio acquista per questo verso, acquista pel marito. Et parea
a Sua Santità che lassandoli tanta valuta, computando 25 mila ducati
solamente quelle robe, che non si havessi ad fare replica in contrario.
Pure Madama si ha facto dare in scriptis da messer Luigi de' Rossi la
substantia di quello che per parte di N. S. li ha proposto, et ha decto
che vole scriverne al Cristianissimo et a Madama et a li sui illustrissimi
fratelli, et che farà poi quanto da quella Maestà et da
le loro Excellentie li sarà ordinato. Per la qual cosa ci è
parso advertirne la S. V., ad ciò che quella sia informata de la
cosa et de lo animo del Papa, et possi, se liene fussi parlato, respondere
et iustificare, et anchora prevenire col Re et con Madama, ad ciò
che sieno informati de la verità, et possino più presto
exhortare Madama ad rimettersi in N. S. che havere ad scrivere a
Sua Santità, et sopra questo caso rinnovarli la piaga; che potete
pensare quanto sia il dolore suo ogni volta che di questa cosa si havessi
ad disputare. La S. V. vi pensi, et operi come fa in tucte le altre cose
nostre ».
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