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Roma,
11 aprile 1516
Reverendissimo Cardinali Sanctae Mariae in Porticu. Nomine Cardinalis
de Medicis.
«
... Benchè, per commissione di N. S., io vi scrivessi che lo andare
vostro a Cesare dependessi secondo che si contenteria et vi risponderebbe
Monsignore di Borbone; nondimeno a me non è dispiaciuto quello
partito che prese la S. V. di scrivere a Ser Giovanni, ma quella si ricordi
bene in quello che potessi achadere, che in Francia si scripse questo
medesimo, cioè che andresti et non andresti, secondo che paressi
al Gran Contestabile. Ma se Cesare, andassi prosperando, come si dice,
et li Franzesi havessino perso, et e Svizzeri si ritirassino; la S. V.
vadi pure avanti, secondo andranno e successi de lo Imperatore, che, come
più volte lei ha scripto et io resposto, le cose de' Todeschi et
de' Franzesi hanno ad essere lo sprone et la briglia vostra.
Se
Cesare è malcontento di N. S., non è per colpa di Sua Santità;
et la Maestà Sua, per lettere del signore Alberto, fa intendere
el contrario, et che il Papa ad unguem ha observato la lega. Et il maggior
conforto de li homini, quando adviene qualcosa che non piacci, è
il non vi havere peccato.
La
S. V. harà ricevuto la bolla de le facilità, ma non li fìa
venuto facto quello che la si pensava, perchè messer Giovanmanente
è venuto qua, et per non essere peggio che lo Abbate, e’vole
la corona per le mani del Papa et non d’un Legato. La S. V. non
desiderava fare questa cerimonia tanto per nobilitare il poeta et la patria,
quanto per honorare sè et acquistare perpetua fama.... ».
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