Marino Sanuto, Diarii, Vol. XXV, col. 692 (carta 411)

Sumario di una letera di Franza, data in Nantes a dì 9 Avosto 1518, recevuta a dì 13 ditto.

Come a dì 6 zonzeno lì con l’orator nostro. Il Re non verà in Italia, ma potria esser, stante le cosse in pace tra tutti li cristiani come se spera, sua Maiestà venisse questo altro anno, et è opinion universal che venendo in Italia, Sua Maiestà anderà omnino a Venecia. Dominica passata il Christianissimo re fece l’intrata subito da poi disnar di qui, et li andò incontra tutti li principali di la terra che avevano seco da 200 balestieri a piedi. Fu incontrata da tutte le chieresie, Sua Maiestà vene soto il baldachino, et davanti li erano tuti li soi zentilomeni et guardia de la justicia, et apresso li sguizari et drieto tutti li baroni de Franza, et finalment la guardia sua de li arcieri. Le strade de sopra erano coperte de lincioli et da le bande de razi et spaliere con alcuni solari per qualche loco, spora li quali erano diverse fantasie come omeni selvatici, re, signori, pastori et similia, che nel passar dil Cristianissimo re dicevano versi. Vi era una fontana ancora che butava aqua, et avendo fatto due sirene che cantavano, tamen tutte cosse goffe. Sua Maiestà andò a la chiesia principal molto bella ma non è finita, et de lì poi in castello. Da poi cena fece l’intrata la serenissima Regina che fu fiola dil duca di Bertagna, la qual era in letica con la illustrissima madre del Re, la fiola di la qual, vedelicet madama de Lanson, veniva drieto sopra una chinea, et poi madama de Nemors. Drieto sequitavano gran quantità di donzele, et finalmente due carete carge de esse. Molte erano vestite de drapo d’oro et soprariso et in testa molte zoglie de grosse perle, rubini et diamanti. Si starà qui, per quel si parla, 10 over 12 zorni, poi si anderà ad una terra grossa dita Renes e de lì avisarò etc.