Poissy, 1 aprile 1519

A Goro Gheri

Reverendiss. Dne tanquam fr. car.me Io ho ricevuta hiersera la lettera di V.S. di 29 del passato, la qual, al solito, mi é suta gratissima massimamente per l’aviso che la mi da de l’essere la Ex. del S.re Duca rimasa et senza febre et senza doglie; le quali due cose, poi che se ne son andate via, possiamo sperare, che nel rimanente S. Ex. presto ricovrerà la sua pristina sanità et forza, che così piaccia a Dio, che sia. Et prego V.S. che, di tempo in tempo, in ogni sua lettera particularmente mi dia aviso di questo risanamento di S. Ex. affinchè non solamente io ne possa godere, ma anchora la M.tà Christianissirna et Madama, con li quali ho commanicato quanto mi havete scritto, che veramente l’uno et l’altra ne ha preso quell’infinito contento, che io non so, et non posso exprimervi. Mi allegro anchora che la S.ria di Madonna stia bene: alla qual non scrivo rallegrandomi, sapendo quanto sia noioso il leggere a chi é stato infermo da fresco, ma V.S. potrà far questo ufficio con S. Sig. per nome mio, et farmi a lei raccomandato assai, et così alla S.ra Duchessa. Alla qual priego ms. Domenedio, che dia gratia di parturire al tempo debito, un bel figliolino maschio, come anche ha dato a questa Christianissima Reina, che hier mattina lo parturì bellissimo. In questo proposito ragionando io hoggi col Re, S. M.tà da sé mi ha detto voler in ogni modo battezzare questo fìgliol del S.re Duca che ha a nascere, et per fare più honor a S. Ex. disegna esservi in persona, a questo modo, che sperando come fa di venire in Italia, expedite che siano le cose della elettione, si potrebbe con licentia di Nostro Signore soprasedere al battezamento dui o tre mesi et S. M.tà verrebbe costà in persona a tenere il figliolino. Pur quando non potesse venire, o non si volesse per voi indugiar questo tempo, manderebbe a posta per tal effetto, un de’ suoi maggiori, et più cari gentilhomini, che habbia. Sì che potrete dir questo per nome mio, anzi per nome di S. M.tà alla Ex. del S.re Duca et di Madonna Duchessa. Quanto a quel che mi scrive V.S. di Federigo da Bozoli, non risponderò altro, se non che mi par forte, ch’egli qui mi dica una cosa et così el Re, et poi lasci che a casa sua se ne faccia un’altra. Egli si iscusa et promette, che se coloro, che son stati fin hora sul suo, hanno fatto cosa alcuna, che sia in despiacere di Nostro Signore, l’hanno fatta, et senza sua saputa, et fuor de’ patti che han insieme. Harete hora visto quanto vi scrissi per le penultime mie et harete ricevute le sue lettere, indrizate ai suoi, mandatevi con quelle, se secondo l’ordine coloro se ne anderan con Dio giù del suo, et non sarà dato più ricetto ad alcun, che sia ribello di S. S.tà et foruscito delle terre di quella, non accaderà per altra provisione. Ma se esse lettere faran poco frutto, il che non credo, riparlerò col Re, et mi sforzarò di far metter fine a questa cosa, secondo il desiderio di S. B.ne. Unum est che il predetto Federigo ha inteso apieno la volontà del Christianissimo. che é che per conto suo, o de i suoi non vuol comportar che S. S.tà senta più sì fatte noie et vergogne, et io per me penso che Federigo vorrà satisfare a S. M.tà et a quanto ha promesso. Non accade che io scriva a V.S. altramente delle nuove di qua, perochè la vederà quanto ci é per lettere mie a Mons. R.mo et allo Ill.mo S. Duca.
     Hoggi il R.mo Car.le di Boisi mi ha detto havere lettere di 23 da Roma, che in quel medessimo dì S. S. R.ma era suta pronontiata in Concistoro legato di Francia etc. Il che mi è sommamente piacciuto, per la satisfattione che ho visto ha preso il Re, et Madama di questa gratia concessa loro da S. Stà et anche perché nel vero questo R.mo Car.le. insieme con tutti i suoi fratelli, meritano ogni bene da S. B.ne come buoni servidori di quella. Ma per dir il vero, sarei stato molto contento che da Roma mi havessino scritto questa resolutione dui o tre giorni avanti, come era il dovere, per essere io qui, come sono: affinchè io havessi potuto far parer, et conoscere la gratia essere di quel momento, et di quella importantia, che veramente é, et se ne fosse riportato quel grado apunto, che di sì bella concessione, et dono, si conviene, et nientemeno. Pur poi che così è piacciuto a’ Padroni, non può se non piacere anche a me.
A V.S. mi raccomando.
In Poysi il p.o di aprile 1519.

fr. B. Car. S. M. in Porticu.

(Retro)
Reverendiss. Dno Goro Gherio.

Electo Phanen. uti f.ri car.mo Florentie.