Roma, 18 febbraio 1520

A Luisa di Savoia

Madama, con tucta la reverentia del core mio mi raccomando a voi. Madama. Da poi che sono arrivato a Roma ho scripto più volte al Re et a voi, notificandovi come io haveva exeguito fidelmente et diligentemente col Papa le commissione del Re et Vostre, et trovato la sua Santità tanto ben volta, disposta et del tucto deliberata a vivere et morire in fede, in amicitia et in unione perpetua col Re, quanto più nè per voi credere nè per ine exprimere se potria, et ogni giorno più truovo la decta sua Santità inclinata a questo medesimo. Il che io volentieri replico nelle lettere mie, essendo certo che con non minor piacere è ciò letto da voi che scripto da me.
     Madama, Monsign. de Carpi serve con gran fede et amore al Re et voi. La sua indispositione tiene pur anchora il povero Signore con impedimento et fastidio et non può, come vorria, del continuo negociare, il che dispiace anche al Papa. Et perchè pur bisogna ad ogni hora parlare con l’orator vostro per le cose de importantia che accadono hora per hora, la sua Santità molto desidera la venuta qua di ... d’Upin o d’altro oratore del Re, et me ha detto che io vi preghi a farlo venir presto più che si può perchè gli sarà molto...
    Madama. Da qualche giorno in qua li Spagnoli si son grandemente raffreddi nelle loro pratiche col Papa, come quelli che forse conoscono non far proficto nelle cose loro appresso di sua Santità la qual tanto più si strigne con voi quanto più altri s’allarga da lei; et perchè forse si butteranno al Re, noi semo sicuri che il Re et voi non harete minor rispetto et consideration alle cose di sua Santità et di questa Santa Sede apostolica che a le vostre proprie, et con questa sicurtà il Papa vive contento et fa buona cera, riposandosi nel suo vero, buono et primo figliolo.
     Madama. Monsign. Reverendiss. mio de’ Medici andò X1J dì sono a Fiorenza per star là qualche tempo per poner forma et governo buono a quello stato et avanti suo partir mi parlò molto a lungo delle cose del Re. Madama, io ve assicuro che lui è vero et perfetto amico et servitor del re et vostro, et dopo la Santità di Nostro Signore tutta sua fede et speranza è nel Re et in voi. Veramente è così.
     Madama, se qualche volta io do fastidio a Vostra Serenità con le mie lettere, imputatelo al desiderio grande che ho di rinfrescar spesso nella memoria vostra la servitù et la devotion grandissima che io porto alla trinità di là. Alla qual prego Dio che doni nella vita et nelle attioni ogni felicità.

Da Roma alii XVIIJ di febraro MDXX

Vostro humile et obligato S.re
el Car.le de S.ta M.a in Portico.