|
|
Roma,
29 aprile 1520
A Luisa di
Savoia
Madama,
con ogni possibil efficacia et humiltà a voi mi raccomando.
Madama. Ancora che io molto spesso non habbia da scrivere cosa alcuna
degna della notitia vostra, pur voglio più tosto scrivendo che
le lettere mie vi portino alcun fastidio, che tacendo mancar dal debito
della servitù mia verso della trinità, la qual può
bene facilmente evitare il fastidio lasciando di leggere le lettere che
le scrivo, ma io non potrei già evitar il biasimo che mi resulteria
quando in alcuna parte io mancassi a tanti oblighi che ho con quella et
come io me ingegno appresso della Santità di Nostro Signore et
di Monsign. mio reverendiss. de’ Medici far sempre tutti quelli
officii che io conosco cedere a beneficio delle cose del Re, se bene con
l’uno et con l’altro del tutto è superfluo, così
anche nello scrivere voglio non mancare, sappiendo maxime ciò essere
di molta satisfatione et contenteza di sua Santità alla quale io
feci intendere quanto era stato sparso per de là circa il mio particulare,
et meco [stesso ho] riso assai di tal falso rumore. Non può obviarsi
che le lingue [altrui non] dichino et non scrivino quel che più
lor piace. Quando [ciò fosse io] sarei il primo a notificarvelo,
come quel che per la molta fede [e devotion] mia mi confesserei alla trinità,
non altrimenti che a Nostro Signore.
Madama. Havendovi io tante volte per l’altre
mie scritto questo medesimo, mi par che sia del tutto superfluo notificarvi
più dell’ottima intentione et ferma voluntà del Papa
et, per consequens, di Monsign. Reverendiss. mio de’ Medici di essere
sempre in quella perfetta amicitia, intelligentia et unione col Re che
si truova al presente. Et ogni dì truovo Sua Santità più
volta a perseverare in questo.
El papa manda l’Auditor della Camera
per suo ambasciadore al Re de Inghilterra, che è persona molto
discreta, et ha commissione di far con quel Re et col Cardinal Dyort ogni
opera per le cose del Re, non altrimenti che per quelle di Sua Santità
et quanto nel passar gli sarà di più ordinato dal Re et
da voi.
Per posare et quietare le cose di messer
Giorgio Soprasaxo col Cardinal di Syon il papa ha mandato me per commissario
verso Svizeri, il qual farà ogni sforzo di operar col detto Cardinal
che non voglia fare officii diversi dalla profession sua in procurare
alteratione et scandali. Del ridurlo a Roma è impossibile, maxime
che ‘l Re Catholico, come scrissi più tempo fa, lo sollecita
ad andar in Alemagna quando vi sarà la sua Maestà.
El Magnifico messer Giovan Rucellai cugino
del Papa partirà credo fra quattro o sei dì per venire de
verso voi per ambasciadore de Sua Santità, bene instrutto dell’animo
et voluntà perfetta di quella e di mons. Reverendiss. mio de’
Medici verso del Re et di tutte le cose sue.
Di Spagna viene scritto che ‘l Re Catholico in
ogni modo nel passare scenderà nell’isola et s’abboccherà
col Re d’Inghilterra. Scrivono anche che seguendo tal [abboccamento]
forse impeditarà la vista del Re con Inghilterra [ma non credo]
tale impedimento.
Stretta pra[tica si ha da dare al Signor] Lorenzo Cybo,
Pensionario del Re per moglie la fig[lia della] Marchesana de Massa che
è herede di detto stato, che ha d’entrata circa IIIJ mila
ducati ed è tra Fiorenza et Genova, luogo assai importante. Et
perchè depende dall’Imperio, questi ambasciadori di Spagna
per lettere venute dal loro Re hanno fatto intendere alla detta marchesana
che senza la saputa et voluntà della Catholica Maestà non
faccia parentado alcuno. Il che a noi è parso assai strano et non
dimanco credemo pur che il parentado seguirà, se ben non ne semo
in tutto certi.
Mons. de Albania doveva arrivar qui sin
hieri, ma impedito d’un poco di male che li è sopragiunto
a Fiorenza non è anche arrivato. Se gli farà grande honore,
et alloggierà qui in Palazo che è molto più che lo
alloggiamento della Cancelleria che hebbe el Signor Don Giovati Manuel.
Da più bande viene scritto che ‘l Turco ha fatto
grandissime preparationi di gente et di navilii per andare a campo a Rhodi.
Madama, quando con effecto ciò si verifichi, il Papa et tutta questa
Corte spera che il Re in questo habbia a mostrare di essere veramente
christianissimo et di fare ogni gagliarda provisione per la conservatione
d’un luogo tanto importante, et tiensi per certo che voi, madama,
farete ogni cosa perchè vostro figliolo facci conoscere al mondo
di essere grato al Redemptor nostro Jesu Christo di tanti beneficii da
lui ricevuti etc. Io però facilmente non credo che ‘l Turco
vadi a Rhodi.
El Signor M. Antonio a questi dì
è stato indisposto del medesimo male apunto che hebbe a Bloys,
ma hora è guarito e trovasi XX leghe longe di qua.
Madama. Non scrivo al Re per non haver che
dire et anche perché scrivendo alla Excell. Vostra mi pare in questo
havere [scritto] etiam alla Maestà Sua Christianiss.
Pregando Dio che vi conceda ogni felicità
come desidero.
Da Roma il penultimo de aprile MDXX.
Vero
et obligato S.or vostro
el Car.le di S.ta M.a in Porticu
|