|
|
Roma,
1 maggio 1520
A Luisa di
Savoia
Madama,
Alla
buona gratia di Vostra Excellentia reverentemente mi raccomando. Avant’hieri
vi scrissi; da poi hoggi ho ricevuto una lunga lettera et un’altra
breve che voi vi sète degnata di scrivermi da Bloys alli xvij del
mese passato, le quali ho ricevuto et letto con singular piacere et contenteza
dell’animo mio, vedendo con quanta prudentia et amorevoleza il Re
et voi perseverate nella vera unione et perfetta amicitia che è
tra il Papa et il Re, che certo noi tutti qua non possemo intender cosa
che ne renda li animi nostri più sereni et contenti. Et come Vostra
Excellentia è stata sempre authore et causa principal di tanto
bene, così si tien per certo che habbia a fare durare in perpetuo
tale amicitia; et io per me tengo ferma opinione che la Santità
di Nostro Signore non habbia mai a darvi causa del contrario.
Madama, io potrei ben rispondere per la
presente a molte parti della lettera vostra da per me, ma mia intentione
è che la Santità del Papa veda prima la detta prudentissima
lettera vostra et di sua bocca mi commetta la risposta a parte a parte,
il che non posso fare avanti lo spaccio di questo corriero, perché
la Sua Santità si truova fuor di Roma et io me ne son tornato qui
a Roma per curarmi d’alcuna mia indispositione ritornatami, come
spero fare in breve. Domane o l’altro porterò o manderò
la lettera vostra a Sua Beatitudine, che son certo gli sarà maravigliosamente
grata, et per il primo spaccio risponderò particularmente alla
Excellentia Vostra. Alla qual non voglio tacer questo, che la fama venuta
insino in Francia della impresa contro Ferrara è del tutto falsa.
Stimo che voi debbiate credermi quel che sopra ciò vi dico, perché
né la ragion il vòle, né la Sua Santità faria
una simil cosa senza saputa né senza lo aiuto del Re, né
le forze nostre son sufficienti per una tale impresa, come son certo che
anche voi benissimo conoscete. Siché in questa parte veramente
mi persuado di poter rispondervi io – prima che altrimenti ne parli
alla Sua Santità, come ho fatto – che di tal cosa non è
niente. Madama, el Papa me ha imposto più volte che io vi raccomandi
la cosa dello Arcivescovo Ursino. Se la pensione vi par troppa potria
ridursi a duemilia scudi. De ogni gratia et commodo che il Re farà
al detto Arcivescovo la Sua Santità sentirà grandissimo
piacere et satisfattione. Et imponendo fine alla lettera prego devotamente
il nostro Redemptore che doni a voi et a tutta la compagnia ogni felicità
et contenteza.
Da Roma, il primo
di Maggio MDXX
Devoto et
obligato servitore Santa Maria in Portico
|