Roma, 19 maggio 1520

A Luisa di Savoia

Madama, quanto più humilmente posso mi raccomando alla vostra buona gratia.
     Io non ho risposto prima alla lunga lettera di V. Ex. da Bles de’ XVJ del passato, per l’absentia del Papa da Roma, et per la molta infirmità mia, la qual da molti et molti giorni in qua mi tiene in letto con molto fastidio et dispiacer mio, et benchè ancora io stia assai male, pur perchè servendo al Re et a voi mi par santificar et dar causa a Dio che tanto più presto mi guarisca, hoggi mi son levato et andato dal Papa, con la cui Santità per lungo spatio ho parlato delle cose del Re sopra la detta lettera vostra, la quale ha maravigliosamente satisfatto a sua Beatitudine et resta tanto contento et consolato quanto più dir non si potria, intendendo l’ottima perseverantia del Re et vostra verso di questa Santa Sede et di sua Beatitudine, et me ha imposto che io per parte sua vi risponda che il medesimo fa lui verso il Re et di voi, disposto a vivere et morire nella vera unione et perfetto amore nel qual si truova verso del Re et di voi; con parole molto lunghe et efficaci me ha imposto che io ciò scriva a voi, ma io l’ho scritto brevemente per haver detto il medesimo in tutte le altre precedenti mie.
     Delle cose di Spagna, de’ Svizzeri et del cardinal di Syon vi scrissi per l’ultime mie del primo di questo quanto accadeva: per la presente non accade scriver altro alla Excellentia vostra.
     Al Papa è stato sommamente grato quel che voi scrivete circa la visita tra ‘l Re nostro et Re de Inghilterra, ricercando sua Santità che advisi se li occorre da ricordar più una cosa che un’altra da farsi per il Re in detto abboccamento a beneficio della republica christiana, di questa Santa Sede et di sua Beatitudine la quale mi ha imposto che io di ciò in nome suo ringratii il Re et voi, et dice che oltre a quel che ha mandato a dirvi per l’Ambasciador che manda al Re d’Inghilterra, con tutto il cuor suo vi priega et conforta a far ogni cosa possibile per unirvi et stringervi quanto più si può con quel Re in amore, in fede et in confidentia, perciò che quando questo segua, giudica sua Santità che habbia a causare ogni bene et ogni salute della christianità, et priega voi, Madama, molto strettamente che a questo voltiate tutti li pensieri et le opere vostre, come però spera che farete al certo per la molta prudentia vostra, et crede anche che ciò habbia a seguire in ogni modo, perciò che il Re de Inghilterra et el Cardinale Dyort per lettere loro de’ cinque del presente scrivono qui al suo Ambasciadore che non per altro vengono a questo abboccamento che per confermare, stabilire et augumentar l’amicitia, unione et affinità contratta col Re; et per mantener sua M. Christianis. volta alla pace universale de’ christiani, il Papa desiderarla ancora che il Re facessi ogni opera possibile per dispor con effetto il Re de Inghilterra alla impresa contra Infideli. Di qua non si lascia a fare ogni opera possibile col Re de Inghilterra et col Cardinal Dyort per mantenerli ben disposti alla amicitia et union col Re, et similmente se advertisce l’uno et l’altro di quanta importantia et pericolo sia la molta grandeza d’altri, et questi officii si fanno vivamente, et questo ambasciadore del Re d’Inghilterra fa in ciò buone opere, per quel che vi scrissi ultimamente. Così me ha detto il Papa che io di ciò scriva et assicuri vostra Excellentia.
     Tochante la cosa di Monsign. di Tholosa la sua Beatitudine ha concluso meco hoggi che in ogni modo ve ne vuole in breve consolare, et vuoi far la cosa secretissimamente, et mi ha detto che io così scriva alla Excell. vostra. Conosco che sua Santità ne ha non manco desiderio nè minor voluntà di voi, et per questo crederrei potervi assicurare che lo farà più presto di quel che voi scrivete, ma, all’incontro, io vedo la Santità Sua da prudente andar con rispetto assai; et però supplico vostra Excell. che se ne riporti allo effetto, dico quanto al satisfarvene in breve come el Papa dice voler fare, o non così presto, perchè quanto al farlo non ci è un dubio al mondo. Il rispetto che potria tenere il Papa è che il Catholico per nuove lettere scritte qui a Don Giovan Manuel fa una instantia et una importunità inextimabile per muovere il Papa a far cardinale Mons. de Liege, et pur hieri Don Giovan ne dette una grandissima battaglia a sua Santità la quale stette forte, et sta ancora Lanto che più dir non si potria, ma teme che facendo Tholosa et negando del tutto di far Liege saria un mostrare al Catholico de esser suo nimico et dargli causa di venire a qualche alterazione.
     El Papa saria molto contento che il Catholico volesse piuttosto dui altri Cardinali che Liege solo, et questo sol per amor del Re et vostro, et fa ogni cosa per indurre sua Altezza a domandar ogni altro che Liege, ma sin qui non ce ne è un ordine al mondo, anzi mostra desiderare Liege cardinale più che altra cosa che voglia dal Papa, la cui Santità per questo si truova in gran pensiero, per ciò che vorria nell’una cosa et nella altra satisfare al Re et a voi, cioè di far Mons. di Tholosa et di excluder Liege, ma pargli non poter farlo senza venire a qualche alteratione, et parmi comprender che gli parria uscir di gran travaglio et causare assai comune quiete quando el Re et voi vi contentassi che Liege si facesse cardinale, et in tal caso mi persuado, anzi son certo, che la sua Santità faria non sol Tholosa, ma etiam Mons. di Sans ad instantia vostra, affinchè tutto il mondo conoscessi fa in ogni cosa più per il Re che per altro Principe. Pensa anche sua Santità che quando Liege fussi cardinale anderia in tutte le cose, etiam in quelle che toccassino al Re più reservato et più respettivo di quel che fa al presente. Ho voluto scrivere a lungo sopra ciò quel che il Papa pensa che saria il meglio, affinchè il Re et voi examiniate ben la cosa et se possibil fussi, resolversi ut supra, comprendo che sua Santità ne sentiria gran satisfattione per tor via qualsivoglia causa di alterar la presente quiete.
     Circa il maritaggio del Signor Hippolito con la figliola di Madama di Giuri, persevera più che mai in voler che segua, et ha grande obligatione col Re et con voi che vi degniate voler imparentarvi con la casa sua et quando fia tempo dice che vi pregherà che se gli dia expeditione. Della impresa contra il Duca di Ferrara la fama corsa sino in Francia è del tutto falsa et aliena dal vero, come scrissi per l’altra, così ve accerto et assicuro per la presente per commission del Papa, la cui mente et voluntà non è se non buona verso del detto Duca. Ma quanto alla restitution di Modena et di Reggio per el presente non è da pensarci, ma el tempo et le occasioni sogliono spesso acconciar le cose, et il Papa è di somma bontà et desideroso di satisfare al Re et a voi. Potria essere che venissi tempo che il Duca ne saria consolato. Se sin qui non ho risposto al Re circa questa cosa, è proceduto perchè non mi pareva di poter fare quello effetto che la sua Maestà mi commise, aspettando il tempo di farlo et advisar il Re et voi.
     Quanto alla cosa dello Arcivescovado di Burges, el Papa è disposto far quanto desidera il Re et voi, ma si cerca di farlo per via tale che satisfaccia al Re, che non habbia difficultà tra’ Cardinali e che sia cosa ben sicura per l’Arcivescovo, et così spero che si farà in ogni modo et presto, et di ciò non vi date un fastidio al mondo.
     El Re ha scritto al Papa, a Monsign. reverendis. de’ Medici et a me per la promotion al cardinalato del vescovo di Niza. La sua Santità pensa che il Re sia mosso più per li prieghi d’altri che per la voluntà propria. La Excell. vostra si degni advisar circa ciò la mente sua, ma non però con molto sperar di qua in tal cosa.
Monsign. Du Pin Ambasciador del Re arrivò qua tre giorni sono. Hiermattina parlò al Papa et ha grandemente satisfatto a sua Santità et io ho gran piacere della venuta sua, si perchè potrà esser ad ogni hora con sua Beatitudine et far diligentemente le cose del Re, sì ancora perchè possa essere buon testimonio della fede, della servitù et della observantea mia verso la trinità, et poi che lo ambasciador è qua, vi scriverò più di rado et più breve per non darvi fastidio.
     Monsign. il Duca d’Albania si truova qua assai ben sanato del mal suo, è molto accarezzato et honorato dal Papa.
     El povero Monsign. di Carpi non mai ben guarito della indisposition sua, se ne va a’ Bagni di Pozuolo per veder se potessino giovarli, ma più per la speranza che ha in un Maestro Leon medico excellentissimo et forse raro, il quale sta a Napoli. Piaccia a Dio di fargli recuperar la sua pristina sanità. L’Armata del Re Catholico andò molti et molti giorni sono alle Gerbe, nè poi che vi arrivò ci è di lei nuova alcuna, che non è segno che habbia fatto alcun grande effetto.
     Questi spagnuoli qui dicono tutti haver lettere di Spagna che le cose di là restano in tanta confusione et disordine che non saria gran fatto che in absentia del Re Catholico seguissi alcuno grande inconveniente.
     Madama, prego il Re et vostra Excell. che quando sarete allo abboccamento col Re de Inghilterra vogliate dare adviso al Papa et a Monsign. reverendiss. mio de’ Medici delle cose che occorreranno, che certo sarà cosa di grandissima satisfattione et piacer loro et di molto obligo verso del Re et di voi. S’io uso presuntione in ricordar a vostra Excell. quel che forse saria per far da sè, pregola mi perdoni.
     Madama. Ancor che io sia certo che non bisogna raccomandare al Re et a vostra Excell. le cose di Monsign. il Duca d’Albania, pur glie ne raccomando, et vi accerto che quanto farete a benefitio suo sarà gratissimo al Papa et a Monsign. reverendiss. de’ Medici.
     Madama, questa lettera sarà presentata a vostra Excell. da Monsign. la Foyetta, locotenente di Monsign. il Duca d’Albania. L’ho pregato baci la mano et faccia le mie raccomandationi al Re et a voi. Prego Dio che conservi lungamente la compagnia in quella felicità che lei medesima desidera.
     Da Roma alii XIX di maggio MDXX.

Vero et obligato S.re
el Car.le di S.ta M.a in Portico.