|
|
Roma,
7 agosto 1520
A Francesco
Guicciardini
Magnifice
Domine tanquam frater carissime.
Io amo grandemente messer Francesco Maria
dalla Molza, giovane molto ben literato e gentile, come credo che Vostra
Signoria sappia e per conseguente quando non fosse mai per altro rispetto,
non astretto amar medesimamente suo padre, detto il Frate della Molza,
col qual però ho, molti anni sono, grande amicizia. Esso Frate
ara bisogno in alcune sue liti del favor di Vostra Signoria, desidero
ch’ella lo abbia per raccomandato non altramente che se la causa
sua fosse mia, et gli dimostri le intercessioni mie apresso di Vostra
Signoria esser sute di momento per lui, sì come saran sempre le
vostre apresso di me per ciascuno. Potrei aver altre fiate fatto simili
uffici per chi sia altro con Vostra Signoria, ma la certifico non h’aver
mai fatto alcun più volentieri per il detto gentilomo, et però
senza troppo cerimoniosi termini di belle parole, ma con molto affetto
lui et me a Vostra Signoria quanto più di cor posso raccomando.
Romae, septimo augusti 1520.
Vero et obligato S.re
S.re el Car.le di S.ta M.a in Portico
|